Serata veramente eccezionale quella che si è svolta sabato 9 novembre, al Teatro dell’Aquila di Fermo, il quale ha consegnato agli spettatori una Turandot di altissimo livello. Un trionfo di pubblico e una serata da incorniciare sotto ogni prospettiva.
E proprio dal punto di vista del pubblico vogliamo iniziare la nostra recensione. La gente è accorsa numerosa per assistere al capolavoro pucciniano tanto che il teatro era sold out da giorni. Forse il pubblico è stato un po’ timido e avaro di applausi, dato che non ha battuto le mani alla fine delle arie, ma proprio per questo è stato certamente educato nel non interrompere il fluire della musica, attento all’intero svolgimento.
Un pubblico variegato tra esperti musicisti, semplici appassionati melomani e autorità che ha però espresso largo assenso al termine dell’opera applaudendo copiosamente, soprattutto il giovane soprano Maria Laura Iacobellis (Liù).
Va ricordato che Fermo è una città dalla tradizione musicale ben radicata data la presenza del Conservatorio “Pergolesi” e dove indubbiamente si respira musica in ogni senso.
Moltissimi inoltre i personaggi di spicco presenti alla rappresentazione che è stata preceduta da un elegante gala di benvenuto per meglio inaugurare l’inizio della stagione lirica fermana.
Seguiranno infatti la Carmen di Bizet e L’Italiana in Algeri di Rossini, rispettivamente in scena l’8 febbraio e il 21 marzo 2020.
Oltre alla già citata Iacobellis, molto e a ragione apprezzata, che ha mostrato una voce piena e ben timbrata e che vanta già un curricolo di tutto rispetto, si è distinto per la sua bravura Francesco Pio Galasso. Un tenore perfetto per il ruolo di Calaf dalla voce cristallina e affascinante al quale forse è mancata soltanto un po’ di brillantezza nell’acuto finale della celebre aria “Nessun Dorma” ma che per il resto ha veramente reso una prestazione di altissimo livello alle quali raramente capita di assistere. A lui va principalmente il nostro plauso, senza nulla togliere agli altri interpreti, tutti, che pure hanno ottenuto una grande performance. Tra questi ovviamente il personaggio principale Tiziana Caruso, una Turandot dalla voce imponente, Cesare Catani (L’Imperatore Altoum), Paolo Ingrasciotta, Ugo Tarquini e Vassily Solodkyy (rispettivamente Ping, Pong e Pang). Menzione speciale per il basso Andrea Concetti nel ruolo di Timur, originario di Grottammare, che si è dunque esibito in casa e che ogni volta inorgoglisce le Marche per la sua bravura.
Alla Regia, Scene e Costumi una grande eccellenza: Pier Luigi Pizzi, grandioso nei generosi palchi (come lo Sferisterio) e di superiore efficacia e maestria in quelli più raccolti come il settecentesco teatro fermano. Ottimi anche il coro del Teatro “Ventidio Basso” e l’Orchestra “Filarmonica Marchigiana” magistralmente diretti dall’abile Pietro Rizzo.
Un ringraziamento infine all’organizzazione tutta per la sua efficienza e professionalità con l’augurio di dare vita ad una tradizione operistica sempre più fulgente e prospera.
Ricordiamo il prossimo appuntamento da non mancare: sabato 8 febbraio 2020 con la Carmen.
Gallerie con immagini di Mirko Sgalla: