Fiesole rende omaggio a Beato Angelico

È il rapporto tra Fiesole e Beato Angelico il fulcro del nuovo lavoro di video arte di Federico Tiezzi Vasari. Le vite: Ritratto di Beato Angelico, in mostra al Museo Bandini di Fiesole fino al 25 gennaio 2026.

Il progetto fortemente voluto dal Comune di Fiesole che lo ha commissionato e ha sostenuto la produzione, rientra nel percorso di candidatura di Fiesole a Capitale italiana della cultura 2028 ed è realizzato in occasione della grande mostra dedicata al Maestro fiesolano di Palazzo Strozzi e del Museo di San Marco di Firenze.

Nel Ritratto di Beato Angelico Federico Tiezzi trasforma la biografia vasariana in una confessione intima e mistica, dove il pittore prende voce in prima persona, incarnato da Sandro Lombardi, in dialogo con la Madonna, interpretata da Leda Kreider. Ne emerge un’opera poetica sospesa tra teatro, video arte e cinema capace di attraversare il tempo arrivando ad Allen Ginsberg.

Elemento dominante è l’oro, quel tratto distintivo di Beato Angelico che simboleggia la luce divina e conferisce, ancora oggi, solennità e incanto alle sue opere. Qui l’oro muta in materia pittorica che ricopre il mondo, finanche i volti e i corpi degli attori.

Al centro dell’opera il dialogo, tra gli interpreti così come tra le varie forme d’arte. Un tema ricorrente nella storia di Fiesole tanto che oggi è divenuto il cuore del dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura, presentato al Ministero.

“L’opera video è stata voluta. commissionata e sostenuta finanziariamente dal Comune di Fiesole – spiega il Sindaco di Fiesole Cristina Scaletti. Volevamo partecipare alle celebrazioni intorno al Beato Angelico, in sinergia con la mostra di Palazzo Strozzi, con un intervento originale e abbiamo scelto una lettura contemporanea dell’Angelico. Una scelta che rientra perfettamente nel percorso della candidatura di Fiesole a Capitale italiana della cultura 2028, incentrata sul tema del dialogo. Abbiamo quindi ritenuto naturale chiedere alla Compagnia Lombardi-Tiezzi di realizzare un nuovo capitolo del progetto Vasari le vite incentrato su Fra’ Giovanni da Fiesole. L’installazione video al Museo Bandini, visibile fino al 25 gennaio 2026, rappresenta un ponte tra i diversi linguaggi artistici (teatro, video, pittura), che dialogano, appunto, fra loro e con la comunità. Questo originale racconto dell’Angelico è insieme emblematico e suggestivo ma anche di ottimo auspicio”.

Il progetto Vasari. Le vite nasce nel 2021, quando Federico Tiezzi inizia a lavorare sul regesto di vite illustri che Giorgio Vasari dedica ai più grandi pittori, scultori e architetti del suo presente e del suo passato. Vedono così la luce i video-ritratti di Pontormo e Rosso Fiorentino, di Sodoma e Buffalmacco, di Piero di Cosimo e Paolo Uccello, e di Vasari stesso. Ora si aggiunge un nuovo capitolo a questo lavoro in progress: Beato Angelico.

Come racconta lo stesso Federico Tiezzi: “È un lavoro ibrido, questo di Vasari. Le vite, in cui i pittori di un tempo ritornano, con la loro voce perduta e incarnata da altri, nel nostro tempo. Con questi video siamo nel mezzo, nell’intersezione tra teatro, cinema e arte visiva. Essi esplorano il modo in cui tecnologia, corpo attoriale, fotografia, luce, immagine cinetica, parola recitata, convergono in una alleanza trans-specie: una incrinatura disciplinare. Sono tutti ritratti in cui la figuratività ha una posizione nomade, si sposta verso il proprio confine, verso la frattura del suo proprio linguaggio, per accogliere altri linguaggi: qui teatro e dramma, sognandosi come ritratto in pittura. Ho frugato nei cuori di tutti questi pittori riemersi al mondo per vedervi quello che il mio cuore sente. E per sentire quello che il loro cuore ha visto e vissuto”.

La produzione è della Compagnia Lombardi-Tiezzi e Vulpis Productions con il sostegno del Comune di Fiesole.

Le iniziative promosse dal Comune di Fiesole su Beato Angelico proseguono fino a gennaio 2026.

L’OPERA

Protagonisti di questo testamento-colloquio sono il pittore e la Madonna, interpretati da Sandro Lombardi e Leda Kreider. Il dialogo ha come nucleo tematico centrale l’oro, inteso sia come luce primordiale sia come affermazione della luce divina: il quadro diventa un trattato teorico-mistico in cui la luce testimonia se stessa.

Altro nucleo tematico di questo dramma sintetico è il tempo. Sant’Agostino si chiedeva da dove venisse il tempo. Sosteneva che scaturisse da un futuro non ancora esistente, per cadere in un presente che non ha durata, e sprofondare in un passato che ha smesso di esistere. I temi della luce metafisica e del mistero del tempo si intrecciano nel testo elaborato da Fabrizio Sinisi su drammaturgia di Federico Tiezzi: tempo non come qualcosa che trascorre ma qualcosa che viene, il tempo non solo come ciò che esiste, ma anche come ciò che sta per accadere, tempo come imminenza di luce che – dapprima debole e simile a un tenue bagliore – continua a crescere fino a inondare e riempire tutto l’orizzonte del reale, coinvolgendolo in un radicale processo di trasformazione i corpi dei personaggi.

Ancora una volta il pittore delle Vite vasariane parla in prima persona: come se, risalito dal pozzo del tempo, fosse venuto a dare con la sua voce “testimonianza ulteriore della Luce” e insieme il suo testamento pittorico. Molti sono gli inserti animati, attraverso i quali si intreccia in modo più evidente il rapporto Beato Angelico-Allen Ginsberg, ridisegnato, scorporato, illuminato dal gesto pittorico di Giovanni Frangi, ancora una volta a fianco di Tiezzi nell’avventura vasariana.

Alcuni anni addietro viene scoperta una lettera di Allen Ginsberg al fratello, dalla quale si scopre come il poeta fosse rimasto profondamente colpito dall’Annunciazione del Prado come di un «annuncio straordinario che ritrae il modo in cui un messaggero proveniente da un’altra dimensione si rivolge a noi. Se Fra’ Angelico poteva raccontare l’intera storia del peccato e della redenzione in un solo dipinto, poteva farlo anche Allen in una lunga poesia. Se voleva diventare un grande artista, allora doveva raccontare la storia completa della follia nella sua vita e in quella di Naomi» (Stevan M.Weine, Best Minds, 2023).

Prendendo spunto da questa testimonianza (e da quella sul medesimo argomento di Patti Smith), Tiezzi intreccia l’aspirazione verticale e metafisica dell’Angelico, ai versi intrisi di dolore per la morte della madre di Allen Ginsberg, creando un corto circuito sorprendente tra la Firenze del Rinascimento e la New York del poema Kaddish: da un lato la dimensione paradisiaca degli incorruttibili fondi oro del pittore, e dall’altro le parole crude che descrivono la vita e i tempi di Naomi Ginsberg. Un corto circuito luminoso.

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