È il giorno di Dominique Goblet: all’artista belga, illustratrice e pioniera del graphic novel europeo, A occhi aperti dedica un progetto speciale che attraversa tutto il festival, che ha al centro Costellazioni, sua prima personale italiana, che inaugura giovedì 14 alle 19.30 all’ex Chiesa di San Mattia (via Sant’Isaia, 14)
Un progetto che nasce da una residenza artistica di Goblet in città, a partire dalla quale Musei Nazionali di Bologna e Hamelin hanno lavorato per creare assonanze tra il corpus del suo lavoro e l’ex chiesa di San Mattia, caratterizzato da una storia conventuale femminile eccentrica: le suore domenicane della chiesa erano custodi della sacra immagine della Madonna di San Luca, che sostava nella chiesa prima di essere portata in Duomo, e il loro potere era tale da essere interlocutrici dirette del papato. Lo sguardo sulla vulnerabilità e la resilienza del corpo femminile e la ricerca sull’identità si intrecciano agli strati del tempo e alle presenze che hanno abitato la chiesa.
Goblet interroga l’idea di bellezza e di canone, indagando la relazione fra sguardo e potere, fra nudità e affermazione di sé, fra paesaggio e corpo, soggetti su cui si sono stratificati stereotipi e modelli iconografici precisi. Al centro della mostra le opere che esplorano il rapporto tra corpi femminili e paesaggio: Ostende, racconto di rinascita che ha per protagoniste alcune presenze femminili, corpi maturi che si mostrano in relazione con il panorama delle coste del Mare del Nord, e Les forêts sombres – di prossima pubblicazione in Belgio e in anteprima esclusiva al festival – che vede alcune donne, di nuovo ritratte nella loro nudità, attraversare foreste come luoghi fisici e simbolici, in un gioco di luci e ombre, bianco e nero e colore. Da questo nucleo si dipanano le altre opere dell’artista, dagli esordi alle collaborazioni con altri disegnatori, fino ai lavori di ricerca più personali, schizzi e carnet di studio, per ricostruire un ritratto completo e complesso dell’opera di un’autrice che ha segnato l’evoluzione del linguaggio degli ultimi trent’anni.
Per l’occasione l’editore Sigaretten pubblica Paesaggi di carne, primo libro italiano di Goblet che raccoglie diversi lavori dell’artista e un’intervista a cura di Hamelin.
La seconda giornata di A occhi aperti inizia alle 10.30 all’Accademia di Belle Arti (via delle Belle Arti, 54) con L’EMCA, una scuola non-coercitiva. Inventario descrittivo degli strumenti pedagogici della scuola di Angoulême, tavola rotonda in cui saranno presenti Elisa Lévy, Isis Leterrier, Madolia Dubois, Florent Morin e Ahmed Ben Nessib, ex studenti e studentesse della scuola di animazione oggi divenuti autrici e autori riconosciuti a livello internazionale: in collegamento anche il fondatore della scuola, Christian Arnau. L’Aula Magna dell’Accademia ospiterà alle 12 una selezione di cortometraggi dal concorso internazionale del 24Frame Future Film Fest 2024, nel segno dell’intreccio e contaminazione tra i linguaggi del visivo che vede la collaborazione tra A occhi aperti e il festival cinematografico: a introdurli Giulietta Fara, direttrice artistica del 24Frame Future Film Fest.
Alle ore 15 l’apertura ufficiale del festival al DAS – Dispositivo Arti Sperimentali (via del Porto, 11/2), nuovo centro nevralgico dove seguire gli incontri e conversare con autrici e autori. Grazie al bookshop, curato da Hamelin, Titivil e Just Indie Comics si potranno anche acquistare i libri di autrici e autori invitati ed esplorare il mondo delle più interessanti autoproduzioni contemporanee, che saranno protagonisti di sessioni di dediche, live drawings, perfomance di disegno collettivo.
Sarà proprio il DAS a ospitare alle ore 17 Percorso d’autore in venti immagini, incontro e performance con Bianca Bagnarelli e Andrea De Franco: a ciascuno di loro, A occhi aperti ha chiesto di selezionare una serie di immagini che hanno avuto un impatto fondamentale sul loro immaginario e sul loro percorso creativo. A seguire i due saranno a disposizione per dediche e firmacopie.