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La fine del Nagorno_Karabakh

di Giovanni De Sio Cesari

In un solo giorno la questione della indipendenza del Nagorno_Karabakh che si trascinava  da decenni ( meglio: da un secolo) pare essersi risolta: le truppe azere hanno invaso la piccola repubblica indipendente, i suoi difensori si sono arresi e il territorio è tornato a fare parte integrante dell’ Azerbaijan.

 Diciamo “pare” perchè gli avvenimenti cosi recenti potrebbero anche non essersi affatto conclusi ma  potrebbero avere  sviluppi imprevisti, cosi come  accade in tutte le guerre. Al momento si prevede però che la situazione resti cosi come è e che gli Armeni della regione ( circa 120mila ) in massa abbandonino la regione per rifugiarsi in Armenia, ennesima pulizia etnica che nel passato ha coinvolta circa un milione di persone fra Azeri e Armeni.

La inaspettata e fulminea vicenda è stata resa possibile soprattutto dalla inerzia della Russia, irritata dal fatto che l’Armenia negli ultimi tempi si è avvicinata troppo all’Occidente fino addirittura a partecipare a esercitazioni militari comuni con gli USA. Un errore quindi del governo armeno che sta provocando grandi manifestazioni  in Armenia  contro di esso accusato di pavidità verso gli Azeri e di inettitudine. In effetti la Russia non era nemmeno in grado di sostenere un altro scontro  dagli sviluppi imprevedibili quando è già cosi impegnata nella guerra in Ucraina.  Gli occidentali  non sono intervenuti  sia per la rapidità dell’operazione e anche perchè l’Azerbaijan ha un gran valore per i rifornimenti energetici ( un gasdotto arriva a Otranto in Italia) dopo la crisi dei rapporti energetici con la Russia. Gli Azeri hanno potuto giovarsi dell’appoggio completo  e incondizionato della Turchia  per la continuità  etnica dei due popoli e anche perchè Erdogan  sta promuovendo una politica di prestigio  nella area che viene definita neo ottomana. 

In molti media occidentali corre la accusa che si sono usati due pesi e due misure per la  Ucraina e per l’Armenia. Tuttavia  a parte le difficolta, direi impossibilita di un intervento,  la situazione politicamente è diversa: il Nagorno_Karabakh è una regione secessionista  dell’ Azerbaijan   cosi come il Donbass  dall Ucraina che   gli Occidnetali non hanno mai sostenuto

A parte le vicende particolari tuttavia ci pare che la causa generale  della crisi Armenia – Azerbaijan sia in fondo la stessa della tragedia  dell’Ucraina: l’esplodere di nazionalismi esasperati. Quando grandi stati multietnici crollano, allora ciascuna delle etnie che la componevano vogliono avere una loro stato ma questo non è facile,  direi non possibile. Infatti accade che poichè facevano parte di un unico stato le etnie si sono mescolate, e quindi diventa praticamente impossibile tracciare dei confini politici che corrispondano a quelli etnici.

Con la dissoluzione della Unione Sovietica è accaduto che in ognuno dei nuovi stati in media una terzo della popolazione  è di etnia diverse da quella maggioritaria  e da qui la nascita di infiniti irredentismi e di tensioni  incontrollabili. Cosi  in Ucraina circa un terzo della popolazioine  è russofona e non si sa in quale proporzione preferirebbe unirsi alla  Russia.  Cosi si è avuta  anche la tragedia della Cecenia  e la crisi della Ossezia del sud in  Georgia. Ma anche nei paesi baltici le minoranze russe (pure circa un terzo della popolazione ) sono state discriminate  ed emarginate. In Estonia  addirittura si è preteso che i russofoni per avere la cittadinanza dovevano conoscere l’estone ( cio il finlandese), cosa non certo facile per essi.

Anzi potremmo dire che in Russia gli irredentismi sono stati più contenuti che in altri paesi. Si pensi  alla esplosione degli odi etnici con il  crollo della Jugoslavia fra Serbi, Croati, Cossovari ( Albanesi), mussulmani della Bosnia . E gia con la decadenza  dell’impero ottomano ci fu una serie di guerre balcaniche che infine furono la scintilla che fece scoppiare la Prima Guerra Mondiale.

Nel caso particolare del Nagorno_Karabakh si tratta di una regione un pò più grande per popolazione e superfice della nostra Valle d’Aosta  che è circondata da terre azere ma abitata da Armeni: due popoli diversissimi, il primo  uno dei più antichi del medio-oriente e il primo ad adottare il cristianesimo, i secondi una etnia turcomanna mussulmana.  Quando facevano ambedue parte dell’impero dello Zar le rivalità erano contenute perchè parti di un unica stato. Quando l’impero cadde nel 1920 , cento anni fa, esplose il primo conflitto che fu  risolto dalla formazione dell’URSS  con la quale la regione faceva parte dell’Azerbaijan ma aveva una sua autonomia. Con il crollo dell’URSS ricominciò lo scontro.  Ci furono due guerre , nel  92-94  e nel 2020 aperte  intramezzate da scontri  continui: la situazione fu contenuta dall’intervento Russo che schierando dei peacekeeper  divisero i due eserciti e  presidiavano  un corridoio che dalla Armenia portava  al Nagorno_Karabakh e in pratica ne assicuravano cosi  la sopravvivenza. La Russia anche se non apertamente parteggiava per l’Armenia cristiana.  L’avvicinamento dell’Armenia all’Occidente  ha infranto quel legame storico determinando quindi la fine della autonomia del Nagorno_Karabakh

 

 

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