foto Mirko Sgalla

Il cantautore marchigiano Lucio Matricardi, originario di Porto San Giorgio, in provincia di Fermo, ad Appignano (Teatro Giuseppe Gasparrini), sabato 1 aprile,

Il titolo del disco vuole evocare la sensazione di un viaggio appena cominciato. La nascita di quella leggera vertigine che si insinua nell’anima quando colui che parte inizia a perdere il senso dei propri confini, sia geografici che identitari. In questa piccola crepa iniziano ad entrare le luci e le ombre degli altri. Nuovi mondi che, per essere veramente assaporati e vissuti, necessitano di questa perdita di ego e di sé. È una sensazione di pulizia, occhi nuovi che vorremmo avere anche aprendo quotidianamente l’uscio di casa.

Oltre ad attraversare tanti piccoli personaggi il disco esce anche musicalmente dai soliti confini del suo autore. Infatti, dopo il primo disco totalmente acustico e praticamente suonato live in studio, qui subentra una regia sonora che affianca al mondo degli strumenti reali, immancabile espressione delle radici di Lucio Matricardi, i suoni dell’elettronica. Soffusa, sottintesa, ma a tratti determinante nel sound.

Dicono di “Non torno a casa da tre giorni”

«Lucio lavora sulla musica e sulle parole con il garbo e la cura che servono nel rispetto ed esaltazione della tradizione cantautorale popolare» Rumore

«Questo disco non è vecchio e non è antico. Ha una personalità che tende a non avere troppi debiti di appartenenza. E che bella l’Italia che esce fuori dai sapori allegorici che si leggono dentro gli angoli di questo nuovo lavoro» Raro più

«“Non torno a casa da tre giorni”, racchiude undici brani: ammalianti, eruditi e intraprendenti. L’album utilizza con ingegno un’impalcatura sonora soave e brillante, affiancata da strumenti reali e da un sound elettronico di primo livello, tutte le tracce sollecitano la curiosità degli ascoltatori e ampliano lodevolmente l’immersività del pubblico.» The Music Way Magazine

Di IN DIES

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