Già durante l’epoca coloniale spagnola e l’affermazione del vicereame numerosi emigranti italiani scelsero di raggiungere il Perù, ma fu intorno alla metà del XVIII secolo che la loro presenza aumentò notevolmente. In quest’epoca infatti, gli italiani erano attratti dalla possibilità di fare nuovi affari e dall’apertura dell’economia locale verso il commercio internazionale. In gran parte provenienti da Genova e da altre località della Liguria, molti di loro erano uomini di mare, navigatori o commercianti che decisero di partire individualmente, caratteristica distintiva dell’emigrazione italiana in Perù: gli italiani erano infatti per la maggior parte avventurieri solitari, non portando con sé il proprio nucleo familiare.
Nel centro storico di Lima esisteva un quartiere interamente abitato da italiani, molti dei quali si dedicavano al commercio nei pressi del vecchio mercato centrale, sito nell’attuale Plaza Italia, ed erano proprietari di numerose botteghe e locande che col tempo divennero ristoranti. Con il passare degli anni, la loro presenza in diversi ambiti commerciali e sociali li fece diventare una delle comunità più influenti del Perù: dagli artisti del Rinascimento alle prime compagnie di pompieri, dagli imprenditori, industriali e scienziati ai curatori d’arte e agli architetti, e ovviamente maestri della buona tavola che furono tra i fondatori della gastronomia peruviana.
Oggi, tra i vari modi di esplorare il Perù, c’è anche quello di ripercorrere gli itinerari e i luoghi che furono frequentati dai primi italiani che si innamorarono del Perù e che hanno lasciato numerose tracce della loro presenza in alcuni luoghi emblematici del paese, tra cui soprattutto Lima.
1. Il bar Cordano e altri storici locali italiani
A metà del secolo XIX, le attività principali degli emigranti italiani erano il commercio, i bar e i ristoranti. In questi locali si diffusero numerosi piatti della cucina italiana che divennero parte integrante della tradizione culinaria peruviana: in particolare la numerosa componente ligure tra gli emigranti italiani fece sì che si diffondessero diversi piatti tipici della cucina ligure come la posta al pesto, le focacce e la torta pasqualina, qui conosciuta come il pastel de acelgas. Uno di questi è oggi ancora attivo: il bar Cordano fondato nel 1905 e situato nel centro della città nella sua sede originale, in via Carabaya, accanto al Palacio de Gobierno.
2. Il museo di arte italiano di Lima
Nel 1921, in occasione del centenario dell’indipendenza del Perù, per ringraziarli dell’ospitalità e del calore con cui era stata accolta, la comunità italiana regalò al paese niente meno che… un museo d’arte. L’edificio, progettato dall’architetto Gaetano Moretti, è in stile rinascimentale toscano e riproduce strutture architettoniche e statue tipicamente italiane. Sulla porta d’ingresso della facciata principale c’è un’iscrizione che dice: “Gli italiani residenti in Perù al popolo che li ospitò nel primo centenario della conquistata indipendenza MCMXXI”. All’interno ci sono numerose sculture e pitture di artisti provenienti da diverse regioni italiane, allievi delle migliori scuole pittoriche d’inizio del XX secolo, come quella dei macchiaioli.
3. Le prime compagnie di pompieri
Ancora oggi in Perù sono attive ben 4 compagnie di pompieri che furono fondate dagli italiani oltre 100 anni fa: la compagnia Roma, la compagnia Italia e ben due Compagnia Garibaldi. La più antica è “Roma”, fondata nel 1866 nonché una delle più antiche del Sudamerica. Presso la sua sede di Piazza Bolivar si può ancora ammirare l’attrezzatura un tempo utilizzata dalla compagnia e anche una macchina Fiat del 1906, che prima arrivare in Perù fu usata dall’esercito italiano nello Grande Guerra e poi adibita al compito di spegnere incendi.
4. Le chiese di Lima e i pittori del rinascimento Italiano
Alla fine del XVI secolo il panorama artistico della Lima coloniale cambiò radicalmente con l’arrivo di tre grandi maestri italiani, grazie ai quali la capitale diventò il pittoresco centro del Vicereame del Perù: Bernardo Bitti, Mateo Pérez de Alesio e Angelino Medoro. Questi artisti portarono in Perù lo stile e i colori del Rinascimento italiano che oggi sono ancora visibili presso la Chiesa gesuita di San Pedro, tipico esempio dello stile barocco di Lima, la Chiesa e il Monastero di San Francisco, dove è possibile visitare anche le catacombe e il Santuario de la Virgen de Belén.
5. I balconi di Rosselli
Se oggi, passeggiando per il centro storico, si possono ancora osservare i balconi in legno tipici dell’architettura coloniale di Lima dalla pregiata rifinitura artistica e architettonica perfettamente conservata, è proprio grazie a un italiano. Si tratta di Bruno Roselli (Firenze 1889 – Lima 1970), professore di Storia dell’Arte all’Università di San Marcos a Lima, che durante gli anni ‘60 ebbe un ruolo fondamentale nella conservazione di questi balconi, a cui si dedicò con impegno e dedizione.
6. Plaza Italia: l’antico quartiere degli italiani
Questa piazza esiste sin dalla nascita della Lima coloniale e un tempo era la seconda più importante della città: il quartiere in cui è inserita, Barrios Altos, verso la metà dell’Ottocento ospitava il maggior numero di emigrati italiani della città. Al suo centro sorge la statua del naturalista Antonio Raimondi, posizionata nel 1908.
7. Il Museo Larco
Il famoso Museo Archeologico Rafael Larco Herrera, situato nel distretto di Pueblo Libre a Lima, fu fondato dai discendenti degli emigrati italiani che si stabilirono nella città di Trujillo e nella valle di Chicama, nel Perù del nord. La collezione fu trasferita a Lima negli anni ’50 dalla stessa famiglia Larco e oggi è una delle più importanti collezioni di reperti precolombiani, specialmente della cultura Chimú. I Larco arrivarono in Perù a metà dell’Ottocento e si dedicarono al commercio e, successivamente, all’agricoltura e alle piantagioni di canna da zucchero. Nel frattempo, Rafael Larco Hoye si interessò alla ricerca e allo studio di reperti archeologici e fondò il museo nel 1926.
8. L’antica taverna Queirolo
In tutti i quartieri della Lima antica esistevano drogherie costruite dagli italiani, che vendevano generi alimentari, vino, liquori e altri prodotti. Questi luoghi venivano chiamati pulperías: i pulperos italiani sono i fautori dei panini al prosciutto, che andarono a sostituire altri salumi peruviani tradizionali, e di bevande come il chilcano, un cocktail a base di acquavite d’uva (pisco), ginger ale e limone. Nei pressi della piazza di Pueblo Libre, ancora oggi è possibile visitare la taverna Queirolo, fondata nel 1880.
9. Il Quartiere di Chucuito
La forte vocazione marinaresca di buona parte degli emigrati italiani in Perù li ha portati a risiedere a Chuchuito, uno dei quartieri più antichi del Callao, il porto naturale di Lima che ha attratto numerosi pescatori provenienti soprattutto dalla Sicilia che hanno contribuito a forgiare la cultura del porto. Oggi le case e le barche sono dipinte di colori diversi ed è molto piacevole passeggiare per le sue stradine e sul molo: con le sue abitazioni in legno e il caratteristico stile architettonico di inizio Novecento, i distretti del Callao sono luoghi i n cui ancora oggi si respira l’importanza della presenza italiana nel corso della storia.
10. I pescatori e le isole Palomino
I pescatori che arrivarono al porto di Callao, per la maggior parte genovesi e siciliani, usavano le tecniche e gli strumenti di pesca tipici del Mediterraneo e svolgevano la loro attività al largo delle isole Palomino e San Lorenzo. Oggi è possibile navigare nel mare di Callao e circumnavigare queste isole situate di fronte al porto ma visibili da qualsiasi punto della costa di Lima, per ammirarne la fauna, tra cui leoni marini ed uccelli.