C’è chi si ricorda addirittura del senatore Giambattista Miliani che il venerdì sera saliva in calesse fino a Rucce per poi ridiscendere alla grotta di Montecucco: il passaggio del sor Titta in paese era molto atteso dai bambini, perché regalava a tutti dolci e caramelle. Memorie d’infanzia, come quelle di chi ha trascorso le vacanze nell’ex cartiera di Ponte del Gualdo riconvertita a colonia estiva per i figli dei dipendenti della Cartiera Miliani, o ha frequentato l’asilo nido che sorgeva a fianco della sede centrale, o semplicemente attendeva davanti alla portineria l’uscita del genitore dal lavoro. Un luogo magico, la cartiera, con un odore caratteristico che impregnava le narici ogni qual volta si entrava nei reparti, da cui uscivano scarti di produzione che diventavano abiti per i più piccoli, come i feltri per la macchina piana. Per non parlare dei vivaci pranzi comunitari nel piazzale in occasione della festa di Santa Maria Maddalena, il 22 luglio, o delle visite di personaggi illustri – Papi, Presidenti della Repubblica, artisti – che rimanevano ammaliati dall’abilità dei mastri filigranisti.
Sono tante, e in molti casi affondano davvero le radici in un passato lontano, le testimonianze arrivate alla Fondazione Fedrigoni Fabriano in occasione del concorso “Raccontami una storia” all’interno del progetto Residenza d’Artista 2022, realizzato in collaborazione con FABRIANO: ricordi condivisi sia da ex dipendenti che da figli e nipoti di chi ha lavorato nelle cartiere di Fabriano. Quest’anno l’obiettivo era appunto quello di raccontare l’identità del territorio attraverso le memorie dei cartari, delle cartare e di chi è legato, tramite le storie dei genitori o dei nonni, ai luoghi antichi della carta, di cui immaginare anche possibili, nuove funzionalità.
Una duplice finalità, dunque: salvaguardare il ricordo e proiettare nel futuro la creatività, grazie alla preziosa partecipazione di Brahmino, al secolo Simone Bramante, fotografo e storyteller assai noto su Instagram, e dell’architetto Giuseppe Ricupero, che nei giorni scorsi hanno vissuto nel Complesso Storico delle Cartiere Miliani Fabriano per respirarne l’essenza e rielaborare attraverso le loro forme d’arte le tante suggestioni proposte dagli abitanti della “città della carta”.
Per un mese, da metà aprile a metà maggio, tutti i fabrianesi hanno infatti potuto partecipare a “Raccontami una storia”, una sorta di concorso che chiedeva di riferire una testimonianza, un aneddoto anche di famiglia, un’emozione legata agli stabilimenti delle Cartiere. Tra questi narratori, dodici sono stati scelti per dare vita – con le loro storie, i loro volti e le loro voci – ad altrettante interviste e serie fotografiche realizzate da Brahmino proprio all’interno di alcuni locali normalmente non accessibili e riaperti solo per questa occasione, come i reparti confezioni e impasti.
Gli stessi spazi saranno oggetto del lavoro di ricerca dell’architetto Giuseppe Ricupero, che dopo i giorni passati in Residenza immaginerà un uso contemporaneo e condiviso degli spazi, reinterpretandoli con la libertà di un progetto artistico. Ne scaturirà un racconto collettivo, a due voci e con due differenti linguaggi, sul profondo e inscindibile legame tra le Cartiere e la loro gente: le fotografie di Brahmino e le interpretazioni architettoniche di Giuseppe Ricupero confluiranno in una esposizione durante la XXI Settimana della Cultura d’Impresa a novembre 2022.
Residenza d’Artista è infatti un progetto pensato per ospitare, nei territori in cui ha avuto origine la plurisecolare tradizione cartaria, creativi e artisti che ogni giorno usano, interpretano e sperimentano ogni genere di carta, come esperienza immersiva e d’ispirazione per le loro opere. Fabriano ha così accolto negli anni un’importante squadra di talenti: da David Gentleman nel 2018 a Umberto Giovannini, Maria Pina e Gianna Bentivegna, Anusc Castiglioni, Massimo Zanelli e Nick Morley nel 2019, fino a Alberto Madrigal, protagonista dell’edizione 2021.
Simone Bramante, alias Brahmino, è un direttore creativo e fotografo italiano il cui lavoro si focalizza sul catturare emozioni, stile e colori attraverso le sue storie, sviluppando progetti personali e commerciali incentrati su uno stile narrativo unico e onirico. È stato finalista al Sony World Photographty Awards 2020 con Textured Recipes. I suoi lavori sono stati esposti in mostre a Los Angeles, San Francisco, Parigi, Minsk, Milano e attualmente è in mostra a Bergamo con la collettiva ‘100 Fotografi per Bergamo’ e al Wunderkammer GAM di Torino per contribuire al Fondo straordinario Covid-19 di UGI Onlus.
Giuseppe Ricupero, nato a Siracusa nel 1990, è architetto e dottorando presso l’Università Iuav di Venezia nel gruppo di ricerca “Internazionale di Architettura Villard d’Honnecourt”. Si laurea nel 2019 esaminando il ruolo contemporaneo della monumentalità in Italia. Negli ultimi anni ha intrapreso collaborazioni con diversi artisti e istituzioni pubbliche e private di arte contemporanea come la Fondazione del paesaggio Radicepura (Catania), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), La Biennale di Venezia, Museo di Villa Croci (Genova), MAXXI (Roma).