Con oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia, la Fondazione Cosso presenta il progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta delle piante simbolo di eleganza e raffinatezza. La presentazione ufficiale, sabato 2 aprile, del piano di tutela e valorizzazione del Camelieto darà il via a un mese di iniziative, appuntamenti didattici a tema, incontri, visite guidate e degustazioni di tè, occasioni uniche di approfondimento e di promozione della cultura botanica e del paesaggio

Nell’ambiente protetto del Parco del Castello di Miradolo si trovano oltre 130 giovani esemplari di camelie propagate da piante vetuste appartenenti a due tra le collezioni di camelie più antiche e pregevoli d’Italia, provenienti dal giardino dell’ex Albergo Eden di Verbania Pallanza e dal Parco di Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli.

Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano così le nuove cultivar, recuperate e salvate dall’abbandono.

Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia, oltre alle piante madri decisamente vetuste, in alcuni casi a rischio estinzione. Nel 2020 è stato avviato lo studio e la caratterizzazione dei giovani esemplari introdotti nel Parco del Castello di Miradolo e di quelli già esistenti, da parte di un gruppo di esperti dell’Università degli Studi di Torino guidati da Valentina Scariot del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), con la collaborazione dell’agronomo Andrea Corneo, presidente della Società Italiana della Camelia. Sabato 2 aprile 2022, sarà presentato ufficialmente il piano di recupero, tutela e valorizzazione del Camelieto realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) e Società Italiana della Camelia di Verbania, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Luoghi della Cultura 2019.

Per tutto il mese di aprile, sono in programma appuntamenti didattici a tema, incontri e degustazioni di the, occasioni uniche di approfondimento e di promozione della cultura botanica e del paesaggio.

IL PROGRAMMA

Sabato 2 aprile

Ore 14,30

Apertura al pubblico

Ore 15

La camelia nella storia tra Oriente e Occidente. Storia di un viaggio e di un successo, di un oblio e di una riscoperta

I fiori della camelia suscitano da sempre visioni e simboli, passioni e collezioni: dalla Cina e dal Giappone, dove sono molto amati da centinaia di anni, all’Europa, dove arrivarono tra Sette e Ottocento. Prima nelle serre e poi nei parchi, divennero oggetto di un’ossessione lunga più di cento anni. Dopo un periodo di oblio, nella seconda metà del Novecento vennero riscoperte per diventare oggetto di tutela e valorizzazione, al centro di studi per accertarne l’identità.

A cura di Valentina Scariot, docente dell’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari DISAFA e Andrea Corneo, presidente Società Italiana della Camelia. Introduce Elena Accati, docente, ricercatrice e scrittrice.

Il costo dell’incontro è compreso nel biglietto di ingresso.

Domenica 3 aprile

Ore 11

Visita guidata: Il Camelieto nel Parco del Castello di Miradolo

Con oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia, il racconto del progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta delle piante simbolo di eleganza e raffinatezza. Un tour tra alberi monumentali e specie esotiche, scorci pittoreschi e l’orto del Castello.

A cura di Andrea Pelleriti, architetto paesaggista e agronomo.

Costo: 6 euro + biglietto di ingresso

Ore 15

Attività per famiglie: Camelie e colori. Un fiore fa primavera

Passeggiando tra le piante di camelie, tra angoli di ombra e spicchi di sole, ci si farà ispirare dall’arte giapponese dei Kakemono, affascinanti dipinti verticali, dipingendo composizioni floreali primaverili con le quali decorare le pareti domestiche.

Età consigliata: 5-11 anni

Costo: 8 euro/bambino dai 6 anni – 5 euro/genitore, comprensivo di ingresso al Parco

In collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

Sabato 9 aprile

Ore 15

Signora… non solo con le camelie. Fragranze fiorite e dintorni negli ultimi due secoli

I fiori e le loro fragranze sono sempre stati alla base della profumeria che, come tutte le arti, ha i suoi periodi e le sue mode. Il fiore spettacolare della camelia ha debuttato nelle società europee dell’Ottocento seducendo giardinieri e belle dame nonostante l’assenza di profumo.

Incontro con Gianni Bertetti, esperto di storia della profumeria, ed Enrica Melossi, appassionata di arte e costume.

Il costo dell’incontro è compreso nel biglietto di ingresso.

Domenica 10 aprile

Ore 11

Attività per famiglie: Fresco, pensile e verde. Il tuo giardino d’Oriente

Raccoglieremo tanti e diversi materiali del parco, per giocare con un metodo di coltivazione giapponese creativo e fantasioso, il Kokedama. Ogni bambino potrà così portare a casa il proprio tocco di Oriente, realizzando un piccolo giardino molto speciale, che vola…

Età consigliata: 3-5 anni

Costo: gratuito per i bambini – 5 euro/genitore, comprensivo di ingresso al Parco

In collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

Ore 15

Visita guidata: Il Camelieto nel Parco Castello di Miradolo

Con oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia, il racconto del progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta delle piante simbolo di eleganza e raffinatezza. Un tour tra alberi monumentali e specie esotiche, scorci pittoreschi e l’orto del Castello di Miradolo.

A cura di Paola Gullino, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari DISAFA

Costo: 6 euro + biglietto di ingresso

Lunedì 18 aprile

Ore 14, 15 e 16

Caccia al tesoro botanico di Pasquetta per famiglie: alla scoperta della flora leggendaria

Una divertente caccia al tesoro nel Parco del Castello di Miradolo. Un’ambientazione del tutto particolare, tra miti e leggende sul mondo delle camelie. Le famiglie, dopo aver ricevuto da una guida naturalistica tutte le informazioni necessarie, partiranno insieme alla scoperta del misterioso arbusto dalle origini orientali.

Costo: 5 euro, a partire dai 6 anni

In collaborazione con Grandi Giardini Italiani

Domenica 24 aprile

Ore 15

Attività per famiglie: Origami dal Parco. Regalo di primavera

Anticamente la carta era un bene di lusso, solo per pochi, e così i primi origami erano elementi decorativi che impreziosivano i regali. Con “Origami al parco” si potrà sperimentare questa antica tecnica giapponese e portare aria di primavera nelle proprie case realizzando tanti fiori colorati e allegri, ispirati alla natura del Parco.

Età consigliata: 6/13 anni

Costo: 8 euro/bambino dai 6 anni – 5 euro/genitore, comprensivo di ingresso al Parco

In collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

Ore 17

Sulle tracce della Camellia Sinensis, la pianta del tè nel parco del Castello di Miradolo

Ripercorrendo in breve la storia del tè in Cina e in Giappone, saranno preparati e serviti in degustazione cinque diversi tipi di tè, per illustrare, sotto il profilo gustativo e olfattivo, le specificità delle piante, con riguardo al terroir, ai periodi di raccolta, alle diverse lavorazioni e alle modalità di preparazione.

Costo: 20 euro, comprensivo di ingresso al Parco

A cura di Associazione Italiana Cultura del Tè

Sabato 30 aprile

Per tutta la giornata

Tableaux Vivants nel Parco a cura dell’Associazione Le Vie del Tempo.

Ore 11 e 15

Attività per bambini: Giochiamo “Da un metro in giù” nel Parco del Castello

Con la guida di un’operatrice i partecipanti scopriranno il nuovo percorso didattico “Da un metro in giù” ideato per il Parco: giochi per tutte le stagioni con un libretto dedicato e uno zainetto da vero esploratore.

Età consigliata: 3-10 anni

Il costo dell’incontro è compreso nel biglietto di ingresso

LA CAMELIA

Al genere Camellia appartengono circa 320 specie botaniche, tutte originarie del Sud Est asiatico, da una vasta area che va dal Giappone alla Cina, fino al Vietnam. La più conosciuta in Europa è Camellia japonica, originaria del Giappone, quella più coltivata al mondo è la pianta da tè (Camellia sinensis), sulla quale si regge l’economia agricola di intere regioni geografiche.

Il viaggio che dall’Oriente portò la camelia in Europa venne compiuto ad opera degli inglesi, che sul finire del ‘600 esplorarono le “Indie Orientali” alla ricerca di territori da scoprire e conquistare. Durante la prima metà del XIX secolo, i giardini si riempirono di nuove camelie, selezionate un po’ in tutta Europa, in luoghi particolarmente vocati alla loro coltivazione. Portogallo, Francia, Inghilterra, Spagna, Belgio e Italia furono, in quel periodo, fucine di nuove cultivar dai fiori sempre più grandi, doppi, variegati e sfumati, che ancora oggi popolano i giardini storici europei.

Nel solco dell’orientalismo, al pari, se non in misura maggiore rispetto alle altre nazioni europee, in Italia si diffuse una vera e propria mania. In ogni giardino dell’800, aristocratico, borghese, così come in quelli meno pretenziosi, la presenza della camelia era un obbligo. Incominciò l’epoca della “cameliomania” che portò il fiore ad assumere significati politici (“fiore del Risorgimento”) e letterari (“La Dama delle Camelie” e “La Traviata”).

La prima persona, in ambito nazionale, che lesse la camelia come una pianta adatta all’esterno fu il torinese Luigi Colla.

Alcune località italiane si distinsero per particolare vivacità nella conseguente attività vivaistica che questa ampissima diffusione impose: Firenze e Lucca, Genova e il Tigullio, il lago Maggiore, Milano, Brescia, Roma, Napoli. Grazie alla possibilità di ottenere sempre nuove caratteristiche floreali, differenti per forma e colore, furono selezionate tantissime nuove varietà nominate e dedicate a personaggi illustri, luoghi, vicende storiche.

Dopo anni gloriosi in cui in ogni giardino dell’Ottocento la presenza di piante di camelia era d’obbligo, sul finire del secolo l’interesse per questo fiore si è affievolito fino quasi a scomparire. Molti vivai sono stati chiusi, la nomenclatura si è persa, anche nelle collezioni e nei giardini botanici. L’assenza di profumo, che accomuna quasi tutte le camelie, fu additata come la causa principale della perdita di interesse verso questa specie. Solo a metà degli anni ’60 del Novecento, grazie ad alcuni studiosi ed esperti floricoltori della Società Italiana della Camelia, l’attenzione per questa pianta rinasce in un’ottica di tutela della biodiversità e alla fine degli anni ’90 l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, con il sostegno del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, avvia un articolato programma per il recupero del germoplasma locale sul cui solco si inserisce il progetto sviluppato a Miradolo.

IL CASTELLO DI MIRADOLO E IL PARCO STORICO

Il Castello di Miradolo è un affascinante esempio di architettura di gusto neogotico che sorge all’imbocco della Val Chisone, a 40 km circa da Torino. Residenza nobiliare appartenuta alle famiglie Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio fino al 1950, deve la sua attuale conformazione a Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, detta “Babet”, sposa del marchese Maurizio Massel, che negli anni Venti dell’Ottocento interviene sulla facciata del Palazzo, fa realizzare la Citroniera e la Torre rotonda dall’architetto Talucchi e trasforma il giardino all’italiana in un parco paesaggistico di oltre 6 ettari, oggi riconosciuto tra i giardini storici tutelati dalla Regione Piemonte, con esemplari unici per bellezza e importanza storica e botanica. Alla morte dell’ultima erede Sofia, nel 1950 il Castello di Miradolo passa per testamento a una congregazione religiosa che lo adibisce a casa per esercizi spirituali e residenza estiva per anziani, effettuando una serie di interventi non rispettosi dell’impianto originario e non coerenti con la storicità del luogo. Dagli anni ’90 la dimora viene abbandonata e attraversa un lungo periodo di incuria e abbandono fino al 2007, quando, acquistata da un gruppo di privati, viene affidata in gestione alla Fondazione Cosso che con risorse totalmente private lavora per restituire alla comunità un patrimonio storico, architettonico e naturalistico estremamente prezioso.

Il Parco del Castello di Miradolo è un esempio di giardino all’inglese, in cui le linee sinuose dei contorni, le macchie arboree caratterizzate da una notevole varietà di tessiture, colori e forme, la presenza di piccoli corsi d’acqua, la traccia di un antico lago, sono segni inconfutabili dello stile romantico del Parco, organizzato intorno a un’imponente radura centrale. Negli oltre sei ettari di parco sono presenti alberi di diversa dimensione e pregio, con oltre una quarantina di esemplari di grande importanza storico-botanico, tra cui 5 alberi monumentali.

Di IN DIES

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