Meno è tornato a casa. L’abbiamo ritrovato in un boschetto a 500-600 metri da casa. Dopo 20 giorni di vagabondaggio. L’odore delle crocchette ha avuto la meglio sulla paura e il gatto è uscito dal suo nascondiglio.

PERDERSI PER LUI SEMBRA UN DESTINO
Quando si è perso la prima volta Meno aveva all’incirca un mese. Chissà perché non trovava più la madre, una randagia che girava a Macerata, in fondo a via Tibaldi. Era uno scricciolo piccolissimo con una forza enorme. Ha miagolato per due giorni e due notti, sfidando le coscienze degli umani che avrebbero potuto aiutarlo. Infine si è rifugiato dentro il motore di una macchina.
Impietositi l’abbiamo preso, anche se per noi rappresentava un grosso problema tenerlo. L’abbiamo nutrito, spidocchiato e lavato (era tutto unto di grasso).

LA VISITA
La veterinaria che lo visitò, dopo qualche giorno, gli trovò le orecchie piene di acari. Ci disse che era un maschio. Noi non eravamo tanto sicuri che lo fosse e anche lei, presa dai dubbi, chiese conferma alla sua collega.
Non avevamo neanche pensato a un nome da dargli, così quando la veterinaria ci chiese come si chiamasse, dicemmo la prima cosa che ci venne in mente: Meno, perché ci ricordava i gatti senza coda dell’isola di Man.
Noi, in casa, abbiamo altri due gatti sterilizzati che, per un appartamento, sono già tanti. Quando portammo Meno, gli altri due gatti iniziarono a soffiare e a ricorrerlo, così temendo che potessero ucciderlo lo sistemammo in una stanzetta, che ha un terrazzo, da solo. Sembrava stesse bene, con un po’ di giochi e una cuccia, ma non potevamo lasciarlo sempre rinchiuso da solo. Così iniziammo a portarcelo dietro: in campagna, a Tolentino, a Milano o a Brescia quando dovevamo andarci per lunghi periodi, dato che, in campagna non sapevamo a chi affidarlo e tenerlo chiuso a Macerata, in una stanza, da solo, per tanto tempo, non ci sembrava possibile.

SI FA PRESTO A DIRE CAMPAGNA

La gente pensa che se uno ha un fazzoletto di terra possa tenere gli animali. Ma le bestie vanno accudite e se uno in campagna non può andare tutti i giorni, gli animali non possono essere lasciati da soli per settimane o mesi, anche se uno lascia loro del cibo.

IL LOCKDOWN

Con la veterinaria, dopo le vaccinazioni, eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo rivisti a marzo per sterilizzare Meno. Ma era sopraggiunto il lockdown e gli ambultatori erano stati chiusi. Così, era giunta anche la primavera, la stagione degli amori.
In campagna, una bella micetta tigrata e col pelo d’angora aveva subito puntato questo giovane gattino e l’aveva avviato al sesso. Tutto con naturalezza. Così abbiamo deciso di non sterilizzarlo.

PERDERSI E’ FORSE UN DESTINO

Meno si è perso una seconda volta mesi fa. Sempre a Macerata, in via Tibaldi. Non è un gatto di strada ed ha paura di tutto, dei camion della spazzatura, dei bambini che sbattono la palla contro le lamiere dei garage, degli altri gatti randagi…Così un giorno è scappato.
Quando iniziammo a cercarlo, ci dissero che sicuramente non essendo castrato, era andato a gatte. E’ difficile entrare nella testa dei gatti, ma secondo me, era scappato perchè impaurito e poi si era perso. Poi, chissà, forse l’istinto è forte e l’odore delle gatte disorienta…

UN GATTO GIUDIZIOSO

Quando lo ritrovammo, Meno, per un mese ci tenne costantemente d’occhio: evidentemente, aveva paura di perdersi ancora. In campagna si avviava per andare a trovare la micetta tigrata dal pelo d’angora, ma fatti alcuni metri tornava indietro.
Era diventato un gatto assennatissimo. Certo, noi per qualche notte lo lasciavamo in campagna, libero di scorazzare e di andare a gatte. Poi, però, era lui stesso che, spontaneamente saliva in macchina e voleva tornare con noi a Macerata. Eravamo sicuri che non si sarebbe più perso.
Con il senno del poi, dico che ci siamo fidati troppo: se proprio non avessimo voluto sterilizzare Meno, avremmo potuto mettergli un sistema di tracciamento. Così, il gatto si è perso un’altra volta.

PERDERSI ANCORA

Ultimanente non ci si poteva spostare tra comuni, per cui, dalla campagna, a Tolentino, Meno lo abbiamo portato con noi a Macerata, dato che di domenica sarebbe stato difficile muoversi e giustificarsi, dicendo che ci stavamo spostando tra comuni diversi, per andare… da un gatto. E…di lasciare Meno da solo a lungo non ce la sentivamo. Un’altra micia che avevamo avuto anni fa, quando lavoravamo tutto il giorno, stanca di stare da sola si era trovata un’altra famiglia, a pochi isolati da casa nostra. Noi la vedevamo, stava bene, era tenuta bene e da noi non tornava più.
Così, il 28 novembre scorso, Meno scendendo dalla macchina, a Macerata, si è impaurito con un ragazzino che sbatteva la palla contro un muro ed è scappato di nuovo ed è stato nascosto senza risponderci  per 20 giorni.

La micetta tigrata dal pelo d’angora, in campagna, a Tolentino, intanto, si aggirava, come un’anima in pena, giungendo perfino a casa nostra, dove non veniva mai, e sembrava che cercasse questo nostro gattino bianco e rosso, senza coda.

Dicono che i gatti sono solitari, che cercano i propri simili solo per accoppiarsi, ma io non ci credo. Secondo me, anche loro stabiliscono degli affetti, con gli altri gatti e con gli umani.

Ora Meno è tornato a Tolentino e si sposta con noi. Tutto è bene quel che finisce bene. E non è escluso, a pensarci bene, che durante i 20 giorni in cui si è perso, a Macerata, non abbia fatto conquiste. Forse come i marinai, anche i gatti possono avere le loro belle in ogni porto in cui approdano.

Finora, per Meno, perdersi è stato un evento a lieto fine, proprio di un gatto un po’ discolo. Ma sarà sempre così? Io, nel frattempo mi auguro che il gatto non si perda più e sono ben convinta che devo mettere in atto, al più presto, i necessari accorgimenti, almeno per  tracciarlo.

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